venerdì, novembre 16, 2007

Nostalgia

Si parla spesso di nostalgia nel tango.
Innumerevoli brani sono incentrati su questo tema, sia nella produzione musicale della tradizione tanghera delle origini, che in quella dei nostri giorni, i giorni delle contaminazioni, degli stili imbastarditi, delle milonghe commerciali, degli spettacoli per le masse. Possono cambiare i suoni, gli strumenti, gli argomenti ma in tutte le tendenze musicali tanghere che si sono susseguite in questi decenni, dall’Ottocento ad oggi, la nostalgia ha impregnato di se cuori e parole dei tangheri.
Chi di noi non l’ha mai provata, cari amici? Nessuno credo.

Wikipedia scrive che “la nostalgia (parola composta dal greco νόστος = ritorno e άλγος = dolore: "dolore del ritorno") è uno stato psicologico di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere”.
Senza legare questa emozione a qualcosa di tangibile, Baudelaire dice che è una “condizione di anelito indefinito”, come dire che si sta male per una mancanza, anche se in fondo non sappiamo bene di cosa, una sorta di condizione di attesa dello spirito che chiede di essere appagato in qualche modo e che ci spinge a cercare, a cercare, a cercare.

Anche nel tango è così. La nostalgia “nel” tango.
In ogni brano, in ogni ballo è come se tornassimo indietro in un luogo imprecisato della mente, un viaggio felice e malinconico allo stesso tempo, che ci riporta a una dimensione intima, come ogni ricerca, come ogni ritorno.
Oltre a rappresentare un elemento ispiratore di tanti tanghi, come la meravigliosa “Nostalgia” di Cobian e Cadicamo, la nostalgia è anche in qualche modo figlia, prodotto e inevitabile conseguenza del tango.
La nostalgia “di” tango.
Un desiderio estremo di rapimento, di ricongiungimento, di appagamento, che ci fa soffrire quando siamo lontani dalle milonghe e che ci spinge a tornare, a disegnare passi, ad abbracciare la musica, sera dopo sera, dopo sera...
Quello che resta quando ce ne teniamo lontani è una nostalgia sottile, invadente, stizzosa.
Una “Nostalgia de tango”.


Solo queda
Resta soltanto
nostalgia de tango
nostalgia di tango
de lo que bailava
di quello che ballava
Mi cuerpo en sus manos
Il mio corpo nelle sue mani
tango de nostalgia,
tango di nostalgia,
tango,y se acabo'
tango, ed è finito
sin quedarme nada
senza lasciarmi niente.
Quedo solo. Quedo sola.
Resto solo. Resto sola.

Testo del brano “Nostalgia de tango” di Pippo Pollina

2 commenti:

  1. Buongiorno a tutti. Complimenti Scarlett bel post! Scusa per il bidone ieri sera.. un beso

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  2. Posso solo ricopiare le tue parole che descrivono appieno in turbinio di emozioni che il tango suscita in me:
    Un desiderio estremo di rapimento, di ricongiungimento, di appagamento, che ci fa soffrire quando siamo lontani dalle milonghe e che ci spinge a tornare, a disegnare passi, ad abbracciare la musica, sera dopo sera, dopo sera...

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